TEA TREE OIL

(Olio di Melaleuca alternifolia – olio di Manuka – olio di Kanuka)

 

Da molti anni sono conosciute le proprietà dell’Olio di Melaleuca alternifolia, originario dell’Australia, commercialmente conosciuto come tea tree oil, è necessario però specificare che con questo stesso nome si indicano anche altri due oli essenziali ricavati da specifiche piante, sempre della famiglia delle Myrtacee, originarie però della Nuova Zelanda: la Leptosperma scoparium (J.R e G. Forst) il cui O.E. è conosciuto commercialmente col nome di olio di Manuka e la Kunzea ericoides conosciuto come olio di Kanuka (A.Rich. e J. Thompson)

 

Il nome comune di tea tree si riferisce all’uso che venne fatto delle foglie di questi ed altri alberi nel diciottesimo secolo, durante le esplorazioni dell’Australia e della Nuova Zelanda del Capitano Cook e dai primi coloni per confezionare bevande in sostituzione del tè che, dovendo essere importato dalla Cina, era molto costoso e di reperimento difficile o quantomeno incostante.

 

Il Manuka ed il Kanuka crescono spontaneamente e sono molto diffusi in tutte e due le isole della Nuova Zelanda, la raccolta delle foglie, per la produzione dell’O.E., viene fatta quindi sullo spontaneo ed essendo l’estrazione eseguita tramite distillazione in corrente di vapore, senza l’impiego quindi di solventi, è garantita una biologicità di fatto del prodotto finito.

 

IL PU ERH

Il tè Pu-Erh (noto anche come tè invecchiato o vintage) è un altro dei grandi tesori della Cina ed è stato scoperto solo di recente in Occidente. È diverso da qualsiasi altro tè del mondo, ma gli occidentali possono apprezzare le sue somiglianze con il buon vino, con cui condivide molte caratteristiche.

Sono chiamati Pu erh dal nome della contea di Pu’er, un luogo importante di commercio del tè, sin dai tempi della Cina imperiale, quando era l’ultima tappa importante per le carovane dirette verso l’occidente, prima di attraversare l’Himalaya.

Esistono due tipi di Pu erh, il crudo (Sheng Cha) e il cotto (Shou Cha).  Quest’ultimo subisce un processo di fermentazione accelerato, viene accatastato, impilato e mantenuto umido perché il processo di fermentazione sia intenso e veloce.

Il profilo aromatico e gustativo è molto diverso da quello degli altri tè.  La particolarità “sensoriale” è dovuta a questo tipo di lavorazione molto particolare, la fermentazione. Bisogna distinguere la fermentazione, in cui intervengono microorganismi vivi che agiscono sul tè, dall’ossidazione che è un’azione dovuta all’ossigeno.

Nel 2009 i pu erh hanno ottenuto la denominazione geografica protetta.

Dopo la lavorazione, sia per le varietà Sheng che per la varietà Shou, le foglie vengono lasciate sciolte o compresse nelle seguenti forme:

Brick Tea (Juan Cha)

Cake Tea (Beeng Cha)

Bell Shape (Toa Cha)

Forma di funghi (Maw Gu Toaw)

Il tè viene poi conservato in cantine calde e umide , processo utile a maturare ulteriormente e  addolcire il tè nel tempo. Il tè Pu-Erh è bevibile dopo 3 mesi e dopo 5 anni, inizia a sviluppare il suo gusto unico e invecchiato ma l’invecchiamento può essere protratto per anni e anni. Il Pu erh è il solo tè che si presta all’invecchiamento.

 

Le spezie

Apri un piccolo incarto di cannella, chiodi di garofano, ginepro e i loro profumi ti trasporteranno in luoghi lontani dall’atmosfera calda ed esotica.  Colori, odori, sapori. C’è qualcosa di magico nel modo in cui spezie e aromi trasformano gli ingredienti più semplici in piatti esotici che racchiudono il profumo dei bazar e ammiccano a misteri orientali. Affascinanti sono la storia e la leggenda che li circondano.

 

“Io sono una maga delle spezie.
………….. Ne conosco origini, significato dei colori, profumi. Posso chiamarle una per una con il nome assegnato loro quando la terra si spaccò come una scorza per offrirle al cielo. Il calore che emanano mi scorre nelle vene. Dall’amchur, la polvere di mango, allo zafferano, tutte si piegano ai miei comandi. Un sussurro, e mi svelano proprietà segrete e poteri magici. “

Tratto da : LA MAGA DELLE SPEZIE
C.B. Divakaruni

TEIERE YIXING – DINGSHU – CHAOZHOU

 

Le teiere Yixing o Ihsing, chiamate anche “Sabbia Viola”, sono prodotte con una mescola di argille provenienti dal distretto di Yixing la cui formulazione, che risale al XV secolo, viene tramandata e gelosamente custodita dagli artigiani che le producono.

Sono tra le più antiche e tradizionali teiere impiegate in Cina per il “gongfu cha”, il tipico metodo di preparazione cinese del tè.

Alcune argille impiegate provengono anche dalle provincie orientali di Jiangsu, Dingshu o Dingshan, sul lato ovest del lago Tai, dove, in tempi più recenti, si è sviluppata una produzione di manufatti molto simili a quelli di Yixing.

Le teiere Chaozhou, anch’esse considerate tra le migliori per la preparazione del tè, provengono dall’omonimo distretto nella provincia di Guang Dong, e sono prodotte con una mescola di argille presenti su quel territorio.

Le differenze tra le tre tipologie riguardano soprattutto la lavorazione che per le Yixing e Dingshu avviene, normalmente, con l’impiego del tornio e quindi sono più fini, più leggere e con forme meno elaborate, le Chaozhou, di norma, non sono lavorate al tornio, sono più massicce e più elaborate.    

I materiali impiegati per i tre tipi di ceramica hanno caratteristiche simili, un ottimo mantenimento del calore, una scarsa dilatazione termica che permette una migliore precisione di esecuzione, così da realizzare una eccellente chiusura del coperchio, evitando così la dispersione degli aromi.

La caratteristica più importante di queste teiere è la loro microporosità, che fa si che parte dei tannini e degli oli del tè, con l’impiego nel tempo, impregnino questi materiali, creando, all’interno della teiera, una patina che le rende sempre migliori, caratteristica che ne fa le preferite dagli intenditori.

Cha No Yu (茶の湯), meglio conosciuta come Cerimonia del Tè, viene anche chiamata Chado o Sado (茶道 = Via del Tè) ed è una delle tradizionali arti zen più conosciute.

Cha No Yu

L’origine di questa cerimonia è, senza ombra di dubbio, cinese. Tuttavia è difficile datarne con precisione l’origine. E’ molto probabile che tutto sia nato tra il 960 e il 1279 durante la dinastia Song perchè è durante questa dinastia che si fa risalire la nascita e la diffusione dei monasteri del buddhismo Chan (in seguito, in Giappone, Zen).

Il tè in polvere mescolato con semplice acqua calda aveva un particolare potere eccitante e rappresentava quindi un valido sostegno per i monaci che lo usavano contro le estenuanti e difficili pratiche meditative dello Zen. In Giappone, il tè venne conosciuto grazie al monaco Eisai che diffuse gli insegnamenti sul tè e che portò con sè alcune piante di tè e le pratiche per usarle.

Col tempo, la Cerimonia del Tè perse il suo aspetto spirituale diventando solo un gioco, un passatempo, dove i partecipanti si sfidavano ad indovinare l’origine delle foglie del tè che veniva consumato senza prestare molta attenzione alla spiritualità della pratica Zen. Fu il monaco zen Murata Shuko tra il 1423 e il 1502 a rielaborare il Cerimoniale del Tè riportando alla luce tutti i suoi aspetti spirituali conferendogli tutte le qualità tipiche del concetto Wabi-Cha: semplicità e sobrietà.

La cerimonia fu definitivamente codificata dal maestro Sen no Rikyu, famoso maestro del tè, che ne riprese la tradizione fondata dai monaci zen basata sulla concezione del wabi-cha (侘茶). Il Wabi-cha è lo stile della Cerimonia caratterizzata dalla pura semplicità e sobrietà degli insegnamenti Zen. E’ uno stile secondo il quale si segue la bellezza del semplice e del sobrio e non la bellezza sontuosa e molto spesso appariscente.

Lo spirito di questa cerimonia si può riassumere con 4 parole:

 

Jaku - tranquillo, dolce, solitario, fermo

Wa - Pace, unità, armonia

Kei - Rispetto, onore, venerazione senso di distanza

Sei - purificare, non lasciare traccia di sé

 

Armonia

Comprende la relazione con gli ospiti che prendono parte alla Cerimonia, agli oggetti scelti e al cibo consumato. Ogni cosa deve seguire le stagioni, il tempo, il naturale fluire delle cose secondo un ideale di perfetta armonia.

Rispetto

Fondamentale il rispetto di ogni persona, di ogni oggetto. E’ la parte della Cerimonia che insegna a rispettare ogni singola cosa che ci circonda nutrendo per questa un profondo rispetto .

Purezza

E’ la purezza che nello Zen non significa antitesi di impuro. E’ la parte della Cerimonia che invita a spazzare dalla stanza ciò che è costituito da vecchie energie e a predisporsi ad accogliere il bello e il nuovo. Anche nella vita, questo è un principio che invita a “spazzare” via i complessi, i vincoli, i dubbi, le inutili preoccupazioni e accogliere il bello, l’ordine, l’armonia, la perfezione e la vera essenza della bellezza.

Tranquillità

E’ il principio che invita a vivere all’unisono con i ritmi della natura, liberandosi dai vincoli e legami del mondo materiale. Chi prepara e beve il tè lo deve fare contemplando il sublime stadio di serenità e calma.

 

Gli elementi che costituiscono la Cerimonia sono tre:

-il giardino con il sentiero (ROJI)

-il padiglione del tè (SUKIYA,)

-gli utensili CHASEN, CHASHAKU, CHAWAN, HISHAKU , FUKUSA

 

Dogu è il termine che indica gli utensili per la preparazione del tè. Quello di cui si ha bisogno per il     chanoyu: chawan (tazza del tè), chasen (frustino per il tè), chakin (panno per asciugare), fukusa (panno per la purificazione), chaki (contenitore del tè) e chashaku (cucchiaio per il tè). Con questi sei utensili, si può praticare il chanoyu in ogni luogo.

 

 

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